Documento Ledha Milano



Le politiche per la disabilità del Comune di Milano:

un sistema di questo genere non ha futuro

Milano 20 maggio 2013

Oltre che senza futuro, l'attuale situazione delle politiche per la disabilità a Milano, risulta iniqua e inefficiente. Questo il giudizio espresso dalle associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari riunite in seduta plenaria.

A fronte di una maggior spesa, di cui l'Assessorato intende farsi carico, non è sia stato possibile conoscere quali priorità e criteri voglia adottare a fronte degli annunciati tagli seppur marginali al bilancio: questa è una situazione non accettabile. Le Associazioni temono conseguenze pesanti sulle persone con disabilità, specialmente su coloro che non fruiscono di servizi diretti del Comune (assistenza domiciliare, assistenza indiretta, vita indipendente, residenzialità ecc).

Questa situazione ha già portato di recente all'auto sospensione dei referenti dal Tavolo Permanente Disabilità, a causa della mancanza di proposte concrete sui temi "emergenze scorrimento liste di attesa" e "compartecipazione alla spesa" dopo un serrato lavoro di analisi e di confronto tra enti gestori ,associazioni (3 e 4 settore) e Comune di Milano concluso rispettivamente nei mesi di dicembre 2012 e gennaio 2013.

Dopo aver partecipato attivamente a due forum sulle politiche sociali (novembre 2011 e gennaio 2012), dopo aver lavorato per mesi alla stesura del documento sul tema disabilità che viene allegato al Piano di sviluppo del welfare (giugno 2012), dopo aver partecipato a numerosi gruppi di lavoro, dopo ripetuti incontri del Tavolo Permanente Disabilità - luogo che avrebbe dovuto essere di confronto costante, di verifica dell'implementazione del Piano di sviluppo del Welfare e regia generale delle politiche del welfare nell'ambito della disabilità - ad oggi non si ha modo di comprendere cosa intenda fare il Comune di Milano sul tema disabilità e quali siano le sue priorità.

Solo in data 30 aprile, l'Assessorato ha consegnato ai referenti del terzo e quarto settore che partecipano al Tavolo Permanente due documenti che le Associazioni non ritengono adeguati.

Liste d’attesa: seppur è da ritenersi positivo che, in tema di scorrimento delle liste, sia stata data un'ipotesi non ancora formalizzata in un provvedimento ufficiale, l’assessorato prevede però che l'inserimento di persone in attesa da più di due anni parta solo dal mese di luglio 2013 e che le liste non si esauriscano per tutti i servizi ricreando quindi fin da ora un'altra "emergenza" ancor prima di aver risolto la prima.

Compartecipazione alla spesa: l’assessore Majorino aveva dichiarato inizialmente la sua intenzione di applicarla a tutti i servizi sociali come "operazione culturale" basata sul criterio di equità, criterio tanto sbandierato come elemento cardine quanto poi in questi giorni inspiegabilmente disatteso. Infatti le famiglie che afferiscono ad alcuni servizi (CSE e SFA), e che già dal 2010 pagano un contributo fisso direttamente all’ente che gestisce il servizio (in contraddizione con quanto lo stesso Comune di Milano ha previsto nel Piano di zona) indipendente dal reddito individuale o familiare, continueranno a pagare cifre maggiori e differenti rispetto ad altre famiglie (afferenti ai CDD) per le quali è prevista una sperimentazione di compartecipazione che , qualora approvata dal Consiglio Comunale, sarà basata su ISEE individuale a partire dal 2014 creando una disparità di trattamento ingiustificata.

Questa situazione così confusa, dove gli orientamenti espressi in una sede vengono poi successivamente smentiti, dove il Comune pubblicamente annuncia il reperimento di "nuove risorse per i servizi" mentre invece sono risorse che servono a coprire solo la spesa corrente, dove la struttura organizzativa del settore appare oggi ampiamente deficitaria, non lascia intravedere una capacità programmatoria e strategica che sia in grado di valorizzare al massimo le risorse residue dai tagli che, da quanto è dichiarato, saranno marginali per il settore.

Ottenere la riduzione dei tagli al budget e non riuscire ad utilizzare al meglio le risorse rese disponibili, soprattutto a fronte di una situazione non facile per il bilancio, rende ancora più pressante la necessità che il Comune, dal Sindaco agli assessori, si attivi affinché questo sistema che non ha futuro possa essere ridisegnato e messo nelle condizioni di dare risposte nuove ed efficaci.

Per info

Ledha Milano

info@ledhamilano.it

www.ledhamilano.it

Commenti

  1. Concordo che la "disabilità" in questo periodo di crisi ha impoverito tutte le famiglie, ma i soggetti più gravi sono i più colpiti, semplicemente perché hanno più bisogni di assistenza; d'altronde basta ricordare i problemi con i rapporti "rafforzati" non ho inventato io il costo legato al rapporto-assistenza vedi vacanze, questo si ripete in tutte le offerte che arrivano dalle varie Cooperative.

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  2. Credo che il documento di ledhamilano meriti una condivisione su come vengono spiegate le vicende di questi ultimi mesi e sulla fermezza del giudizio severo nei confronti dell'operato della'assessorato.
    Concordo che,In tema di compartecipazione , non si debba parlare genericamente di cifre maggiori per gli Sfa e CSE anche se è vero che loro dovranno continuare a pagare e noi non dobbiamo ancora iniziare la nostra compartecipazione ne con 32 euro ne' con 107 euro: vera e propria iniquità dopo tanta supposta rivoluzione culturale.
    Non concordo invece affatto che si parli di maggiori difficoltà economiche o di maggior indigenza per le famiglie dei Cdd: questo, detto così, e una affermazione massimalista.
    lle maggiori o minori difficoltà economiche sono in rapporto alle possibilità reddituali.
    Quanto ai maggiori costi secondo la gravita' delle persone con disabilita',che sono un'altra cosa, bisogna tener conto che gli utenti dei CSE e sfa hanno praticamente tutti riconoscimento del 100% e la maggior parte anche riconoscimento di gravità . Moltissimi sono portatori di sindrome di down.
    Il fatto che sappiano magari prendere il tram da soli non significa avere costi minori di chi ha bisogno di un sollevatore per il quale magari ci sono dei rimborsi sanitari.
    Nella loro vita quotidiana Hanno bisogno di sostegni e supporti diversi rispetto ai nostri figli , ma non è detto che siano meno costosi.
    Portare queste ragioni al mulino dei cdd, significa fomentare la guerra fra poveri: ne abbiamo proprio bisogno per sostenere i diritti delle persone con disabilita?
    Consideriamo anche che CSE e sfa costano meno dei cdd. Ma sono ugulmente servizi essenziali: che vita avrebbero o hanno altrimenti queste persone, senza punti di riferimento, senza punti di formazione?
    Quindi se si deve pagare un po' si paghi un po' tutti secondo le proprie possibilità e non con quote fisse, da versare agli enti gestori (e non al comune come succede per sfa e cse) con i quali diventa imbarazzante assumere posizioni rivendicative; se si deve fare la battaglia per la gratuita' , che sia gratuita per tutti.
    Ho già scritto nei miei appunti che è importante guardarci intorno e non limitarci alle nostre 4 pareti.
    Lella

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  3. la frase:

    sarà basata su ISEE individuale a partire dal 2014 creando una disparità di trattamento ingiustificata
    andrebbe più correttamente spiegata in: " ...a partire dal 2014, provocando di fatto un peggioramento nel trattamento degli uni, senza per altro conseguire una equiparazione di trattamento tra i servizi, obiettivo dichiarato dall'operazione "compartecipazione alla spesa".

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